Remo Anzovino

Biography

Remo Anzovino

Ha composto le musiche per i maggiori capolavori del cinema muto collaborando con le più prestigiose cineteche e partecipando ai principali festival internazionali. Le sue musiche sono state anche utilizzate da celebri trasmissioni televisive (Otto e Mezzo e Ballarò su tutti) e da importanti brand commerciali (Alitalia e Bulgari per citarne alcuni). La sua composizione “9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)” è stata riconosciuta come musica ufficiale del ricordo del Vajont ed è stata insignita in Campidoglio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il Premio Anima 2013 sezione musica “per il contributo significativo dato al senso dell’etica e della responsabilità nel nostro Paese”. Nel 2015 ha pubblicato “L’Alba dei Tram”, un progetto speciale che ha unito alcuni grandi artisti di fama internazionale, come Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, il Premio Tenco 2015 Mauro Ermanno Giovanardi, la Prima Viola de La Scala Danilo Rossi, l’Orchestra d’Archi Italiana, l’attore Lino Capolicchio e il fotografo Dino Pedriali, per rendere omaggio al più grande intellettuale del 900 italiano e non solo, Pier Paolo Pasolini. L’album è divenuto anche la colonna sonora del docufilm ‘Pasolini maestro corsaro’, di Emanuela Audisio, giornalista di Repubblica, premiato con il Nastro d’argento per la sezione documentari.

“L’Alba dei Tram – Canzone per Pasolini” è stata scelta tra le cinque migliori canzoni italiane per il prestigioso Premio Tenco 2016, nella categoria Canzone singola.

Numerose sono le collaborazioni di grande prestigio e grande trasversalità: da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro a Mauro Ermanno Giovanardi; da Franz Di Cioccio (PFM) a Simone Cristicchi passando per il cantautorato di Gino Paoli, il jazz di Enzo Pietropaoli, Gabriele Mirabassi e Francesco Bearzatti, ma anche il rock con Roberto Dellera (Afterhours) e addirittura il rap con Dj Aladin e Dargen D’Amico. Il celebre fotografo Oliviero Toscani ha realizzato la copertina dell’album “Viaggiatore Immobile”, prodotto da Taketo Gohara e impreziosito dalla partecipazione delle prime parti dell’Orchestra della Scala di Milano.

La sua musica strumentale parla una lingua internazionale, senza confini, in grado di arrivare dritta al cuore della gente. Suona una musica emozionale, che merita d'essere ascoltata ad occhi chiusi.