YCL-CSGIII/CSG-AIII Clarinetti in Sib/La
Qual è il concetto che sta dietro allo sviluppo del nuovo clarinetto CSG?
Abbiamo sempre voluto fornire agli artisti degli strumenti che con una totale libertà di espressione, proprio come dei pennelli che rispondono ai tocchi sottili dei pittori, tavolozze ricche di una vasta gamma di colori e una vasta selezione di tele di varie dimensioni. Per raggiungere questo obiettivo, occorre la più ampia gamma dinamica; dal pianissimo al fortissimo. In altre parole è richiesta allo strumento la capacità di accettare la velocità dell’aria sia quando è leggera come un soffio che quando è sufficientemente forte da spegnere una candela ad un metro di distanza. Più forte è il respiro, più aumenta la ricchezza armonica, offrendo in questo modo una varietà di colori e una più chiara proiezione. Questo permette allo strumento di portare l’espressione musicale più lontano dallo stage. Non importa quanto forte si suona, se non si raggiunge il pubblico, nessuno avvertirà alcunché.
Cosa differisce il nuovo CSG dai modelli precedenti?
Mentre le generazioni precedenti di CSG erano focalizzate sulla massima espressione, non avevamo le competenze tecniche per risolvere il problema della velocità dell’aria. I modelli più vecchi avevano un bel timbro morbido e delicato ma quando si trattava di raggiungere dinamiche estreme (ppp o fff), c’era un muro che dovevamo superare.
Ora la nostra vasta ricerca ha rivelato tre metodi principali per aumentare con successo la gamma dinamica dello strumento. Questi metodi sono segreti, però. Abbiamo anche inserito le seguenti tre specifiche per affrontare i punti più deboli del clarinetto che sono: materiale dei tamponi (*1), la produzione del fusto e del caminetto del foro per le note Do#/Sol# (*2) e il miglioramento del controllo d’intonazione sulle note Mi/Fa gravi (*3).
Con quali artisti ha collaborato durante lo sviluppo del CSG?
Abbiamo molti artisti consulenti in tutto il mondo. Nel 1998, abbiamo creato il primo prototipo di CSG sulla base del CS (*4) che avevamo progettato quasi 30 anni fa, e abbiamo iniziato le valutazioni con gli artisti principalmente in Giappone.
Più tardi sono stato trasferito negli Stati Uniti. Durante i due anni del mio soggiorno, dal 2001, ho iniziato a fare dei miglioramenti basati sui feedback di artisti locali. Abbiamo utilizzato il nostro magazzino, delle dimensioni di un auditorium di circa 1.000 posti, per confrontare la gamma dinamica di alcuni prototipi e gradualmente abbiamo messo a punto delle specifiche e intanto provavamo gli strumenti anche nei concerti. Nel 2003 abbiamo introdotto il CSG della prima generazione (*5).
Successivamente mi sono trasferito in Europa, dove abbiamo condotto delle valutazioni con artisti in un certo numero di paesi come Francia, Svizzera, Italia, Regno Unito, Belgio e Spagna. Ogni paese ha i suoi gusti, ma tutti coloro con cui ho parlato hanno unanimemente convenuto che una gamma dinamica più ampia, o in altre parole una maggior libertà di espressione, era importante. Sapevo di essere sulla strada giusta.
Ci sono stati momenti difficili durante lo sviluppo?
Anche se il clarinetto sembrava perfetto suonato da solo in una piccola stanza, non si poteva dire lo stesso in una grande orchestra; c’erano delusioni che non davano alcun indizio su quale fosse il problema. Avremmo potuto rinunciare se non avessimo avuto la generosa collaborazione e l’incoraggiamento degli artisti di tutto il mondo che erano altrettanto desiderosi di trovare la soluzione. Ora eccoci qui, con il prodotto finale.
Quando ci siamo avvicinati alle fasi finali dello sviluppo nel 2008, sono stato davvero fortunato che l’ICE Inter-City Express sia diventato operativo tra Parigi e Francoforte. Riuscivo a prendere il primo treno la mattina a Francoforte, testare lo strumento in una sala da concerto a Parigi e quindi rientrare al mio laboratorio il giorno successivo per apportare le necessarie modifiche. Ho fatto questo viaggio parecchie volte. Se non fosse stato per la Deutsche Bahn e per Jérôme Voisin dell’Orchestre Philharmonique de Radio France, che ha contribuito enormemente ai test finali, questo strumento non sarebbe mai stato messo in produzione.
C’è qualcos’altro che vuole menzionare?
Non abbiamo mai smesso di lavorare sul rafforzamento della libertà di espressione, e abbiamo riversato tutte le nostre conoscenze nell’ultimo YCL-CSGIII. Ci auguriamo che questo strumento possa contribuire a rendere più pulite e sensibili le espressività degli artisti e a far condividere l’esperienza musicale con il pubblico e a far ritornare l’emozione al suonatore. Ciò rappresenta esattamente il nostro slogan “Creating Kando Together” che è nel cuore di chiunque è coinvolto.
(*1) Nuova selezione di materiale resistente all’acqua per alcuni tamponi.
(*2) Dal momento che i fori delle note Do#/Sol# non occupano una posizione ideale acusticamente, il suono e la resistenza non sono in linea con il resto della scala. Per risolvere questo problema un tubo più lungo e più ampio viene inserito attraverso il corpo in modo da formare un caminetto di dimensioni maggiorate.
(Immagine: Fori delle note Do#/Sol#)
(*3) Le note Mi/Fa gravi devono essere intonate leggermente verso il grave in modo da poter tenere correttamente regolate in altezza le note Si e Do. Il sistema tedesco è una soluzione, ma ci sono alcuni inconvenienti come l’aumento del peso, una resistenza indesiderata a causa di in ulteriore foro nella campana e sfumature meno elevate. Ora offriamo il nostro nuovo leggero sistema opzionale con un meccanismo più semplice ed un foro più piccolo.
(Immagine: Chiave per la correzione dell’intonazione delle note Mi/Fa)
(*4) La sigla CS prende il nome da Canens, la dea romana del canto.
(*5) La lettera “G” sta per tedesco. Abbiamo dato il nome CSG per rappresentare il gusto tedesco composto da un barilotto corto, campana senza anello e il suo lieve e morbido timbro.