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Artist Messages
Russell Gray – Cornetta
[Solista internazionale e direttore d’orchestra]
Sono molto contento di essere stato coinvolto nel team di sviluppo della nuova cornetta NEO. Grazie a molte ore di ricerca e di prove, sono sicuro che questo strumento sia il migliore sul mercato e che sia molto preciso nell’intonazione in tutta la sua estensione, straordinariamente dinamico a qualsiasi livello dinamico si scelga di suonare.
Se cercate la cornetta definitiva, non cercate altrove.
Phillip McCann - Cornetta
[Solista internazionale, direttore d’orchestra e insegnante alla Huddersfield University]
Ci sono per me due o tre requisiti di base e vincolanti quando scelgo uno strumento: in primo luogo, come esecutore, devo poter contare sulla qualità di costruzione dello strumento, la vita è già abbastanza dura sul palco senza dover pensare anche che la sua meccanica mi metta in difficoltà! La qualità dello strumento è molto importante, è un incoraggiamento e un incentivo alla pratica e alla performance. Senza ombra di dubbio il livello di qualità garantito da Yamaha non è secondo a nessuno. In secondo luogo la qualità timbrica e il suono prodotto da qualsiasi ottone in combinazione con l’esecutore, è forse l’aspetto più importante di uno strumento. Il vostro personale suono è la vostra identità musicale, proprio come la vostra voce. Non esagero nell'affermare che la nuova cornetta NEO ha tutte le qualità che cerco, permettendo che il timbro sia aperto, felice o triste, grande o piccolo, e che tutto possa essere bello!
Infine, come artista, posso affermare che, in base alla mia esperienza degli ultimi 20 anni di collaborazione con Yamaha, nel processo di sviluppo di qualsiasi nuovo modello, essi impiegano tutto il tempo necessario per raggiungere l’obiettivo del miglior prodotto possibile. Non servono altre parole!
Arfon Owen – Flicorno tenore
[Cornista della Stavanger Brass Band]
Come suonatore di flicorno tenore, ci si preoccupa di produrre un suono caldo e vibrante caratteri che di solito non apparterrebbero alla fisicità di tale strumento. Le ore dedicate allo sviluppo del progetto Yamaha NEO mi hanno permesso di raggiungere il pieno potenziale dello strumento in termini di qualità timbrica e di estensione.
Al di là di tutto lo Yamaha NEO è una gioia assoluta da suonare. Posso contare su di lui ogni volta che mi devo esibire e ciò mi permette di continuare a fare musica, ciò che amo.
Katrina Marzella – Baritone
[Solista internazionale, Baritone della Black Dyke Band]
Il baritone serie Neo è destinato a rivoluzionare i preconcetti e le aspettative dei suonatori di baritone in tutto il mondo. Mai prima d’ora si era sentito uno strumento con una tale presenza. E’ semplicemente una gioia suonare: il suono ha calore, ampiezza e potenza proiettata in egual misura; l’intonazione è notevolmente regolare; l’esperienza di suonare in modo preciso non è seconda a nessuno e la qualità della produzione è straordinaria. E’ stato un piacere essere stata coinvolta in questo viaggio.
Grazie a Yamaha questo strumento ha trovato la sua voce.
Bill Millar - Eufonio
[Professore alla University of Salford]
Quando si prova un nuovo eufonio, una serie di cose sono di fondamentale importanza per me.
Quando si prova un nuovo eufonio, una serie di cose sono di fondamentale importanza per me. La prima cosa da prendere in considerazione è la facilità di presa, ma anche il posizionamento della leadpipe e del poggiamano sono di particolare importanza. A questo proposito ho scoperto che, sugli strumenti della serie Neo, questi sono stati collocati in una posizione ideale in modo da garantire una presa confortevole quando si assume la posizione eretta. La qualità del suono è inoltre per me la caratteristica più importante di ogni strumento. Cerco uno strumento che abbia sia un’ottima risonanza che purezza e duttilità timbrica.
Con la serie Neo ho trovato entrambe queste qualità in tutta la gamma dinamica. Il repertorio moderno per l’eufonio, copre una gamma di più di quattro ottave e gli esecutori hanno quindi bisogno di uno strumento che sanno possa suonare bene anche sulle note più estreme dell’estensione. Ancora una volta la serie Neo ha superato le mie aspettative in questo senso, suonando con facilità agli estremi più alti e più bassi del registro dell’eufonio. L’azione dei pistoni è fluida e robusta, e fornisce una facilità d’esecuzione quando si suonano i passaggi rapidi e un senso di sicurezza nella musica più lenta.
Questo è uno strumento che combina profondità e chiarezza di suono con una grande proiezione, risposta e carattere, è davvero una gioia suonare e lo raccomando vivamente.
Simon Gresswell - Flicorno contrabbasso in Sib
[Primo tuba della Brighouse and Rastrick Band]
E’ stato un onore esser invitato da Yamaha a contribuire allo sviluppo del nuovo flicorno contrabbasso in Sib della serie NEO.
Stavo cercando di creare una base sonora ineguagliabile, capace di mantenersi uniforme in tutte le gamme dinamiche. L’azione dei pistoni è silenziosa e scorrevole permettendo un chiaro movimento e definizione. Il registro grave è di straordinaria qualità. E’ facile da riprodurre permettendo il massimo controllo e colore. Questo strumento supera tutte le mie aspettative.
Eirik Gjerdevik - Basso tuba in Mib
[Solista, Bergen Navy Band]
Perché suono Yamaha? Il mio basso tuba in Mib Neo è molto facile da suonare. E’ Intonato e omogeneo in tutti i registri, ed è facile ottenere un bel suono. Il mio lavoro è sempre molto impegnativo dal punto di vista tecnico, per questo ho bisogno di uno strumento che lavori per me e non contro di me. Questo è l’amore della mia vita.
Tutto quello che voglio suonare, lo suono facilmente.
Development Story
Yoshihiko Matsukuma - Designer degli eufoni e bassi tuba serie Neo
Yoshihiko Matsukuma, che ha lavorato precedentemente allo sviluppo degli strumenti “Viennesi” in collaborazione con i membri della Vienna Philharmonic Orchestra, è stato coinvolto nella divisione ricerca acustica di Yamaha ed è uno degli ideatori del Silent Brass. Attualmente lavora come progettista di strumenti in ottone concentrandosi principalmente su bassi tuba e eufoni.
Cosa ti ha spinto a sviluppare la serie Neo?
Tutto è iniziato con la richiesta di alcuni suonatori professionisti; volevano uno strumento che avesse un suono più ampio e morbido rispetto agli ottoni Yamaha di quel periodo e volevano inoltre essere in grado di far emergere il suo fascino “timbrico” ed “espressivo” e allo stesso tempo sentire una docile resistenza. Durante lo sviluppo, ho visitato diverse volte il Regno Unito per studiare che tipo di persone suonavano gli strumenti e in che modo. Ho sentito la reale vibrazione sonora che non potevo percepire solo ascoltando dei CD, e ho quindi iniziato a pensare a come poterla applicare alla progettazione di nuovi strumenti. In primo luogo ho realizzato dei prototipi in Giappone, poi li ho portati all’Atelier di Amburgo dove ho potuto incontrare artisti e tecnici per valutarli e modificarli in modo da ottenere dei continui miglioramenti.
Cosa ha scoperto nel Regno Unito?
(Nella foto: con Bill Millar e i tecnici dell’Atelier Yamaha di Amburgo)
Ho potuto osservare l’effettivo modo in cui la gente comune suona nel Regno Unito. Ho imparato quali siano i fattori di particolare importanza in una performance. Qualità del timbro o volume del suono? Suonare un passaggio veloce? O l’orgoglio dei suonatori di tuba nel suonare nel registro grave. Gli artisti che vengono in Giappone sono generalmente musicisti famosi, solisti altamente qualificati che di solito possono suonare ad un livello molto alto quasi tutti gli strumenti. Non sono abituati a suonare in ensemble dove il suono deve fondersi con musicisti di diverse capacità e che suonano diverse marche di strumenti. Questo è il modo in cui si impara quali note in uno strumento possono avere problemi di intonazione. Ascoltare solo i suggerimenti o il suono prodotto da chi non suona in queste situazioni non aiuta. Per me ha significato molto poter assistere alla reale situazione nel Regno Unito. A differenza dei gruppi scolastici giapponesi, quelli britannici hanno diversi membri all’interno dai bambini agli adulti. Le band britanniche hanno un’atmosfera e un contesto in cui i giovani guardano e imparano dai musicisti più anziani ed esperti. Lo immaginavo dentro di me ma è stato bello vederlo e sentirlo realmente.
Ci può raccontare un episodio a proposito dello sviluppo?
I principali collaboratori che hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo di questi strumenti sono stati Thomas Lubitz e Eddie Veit, tecnici dell’Atelier Yamaha di Amburgo. Sono i miei cari colleghi che condividono le stesse mie idee e gli stessi obiettivi. E’ molto importante che un tecnico ed un progettista possano discutere di questioni tecniche allo stesso livello. Ad esempio, quando si parla di come affrontare la richiesta di un suonatore, i tecnici dovrebbero essere in grado di dire qualcosa come “Ok, ha un bel timbro ma perde in intonazione” usando gli stessi termini ed espressioni verbali, emotive che abbiamo sia noi della fabbrica che i musicisti stessi. Inoltre, quando l’eufonio Neo è stato completato, Steven Walsh, primo eufonio della Brighouse and Rastrick Band, lo ha elogiato definendolo “il migliore eufonio tradizionale britannico”. Il suo riconoscimento come “tradizionale” era proprio quello che desideravo, ed ero quindi molto felice.
C’è qualcosa in particolare che la impegna nella progettazione di uno strumento?
Per quanto riguarda gli strumenti Neo, è l’equilibrio tra timbro e resistenza. Quando cerco di aumentare la resistenza, a volte può capitare che la porti troppo all’estremo. Così cerco di bilanciare il timbro impedendo l’aumentare della resistenza quando questa raggiunge un livello eccessivo, per evitare che il timbro diventi troppo pesante e duro. Sono molto importanti inoltre una risposta confortevole e resistenza in tutti i registri, il regolare passaggio fra le note e l’accurata intonazione. Tutte queste caratteristiche, che mancavano ad alcuni strumenti più vecchi, sono state conseguentemente ottenute.
Progettare uno strumenti è questione di calcolo o di emozioni e sensazioni ?
(Nella foto: Matsukuma con Simon Gresswell)
Alla fine mi fido del mio istinto. Sono in grado di calcolare, in una certa misura, le dimensioni del canneggio, ma il calcolo dello spessore della sua parete, che a volte faccio per motivi di produzione, non è molto utile per il suono. Per esempio, quando ho con me un artista che sta provando diversi strumenti, osservo la sua espressione facciale mentre ascolto il suo suono. Quando chiedo l’opinione dell’esecutore dopo la prova, a volte noto che la risposta è diversa dal suono prodotto. Inoltre, in alcuni casi, ricevo via e-mail il feedback dell’esecutore su uno strumento testato con il nostro staff all’estero, che può essere facilmente frainteso. Per evitare ciò, viaggio il più possibile per ascoltare il suono di persona, vedere lo sguardo sul volto dell’esecutore e riflettere dentro di me mentre ascolto le opinioni degli altri e lo stesso suono. Ascoltare solo le parole porta quasi sicuramente ad un malinteso. Per esempio, quando un suonatore prova un’altra marca di strumenti e dice “mi piace questo tipo di suono”, se sono presente per sentire il suono con le mie orecchie, mi viene in mente un progetto. Poi il mio istinto inizia a lavorare al progetto per calcolare lo spessore della lamina d’ottone, entro il range di 0,1 mm. I progetti si realizzano in questo modo. Non possono essere calcolati.
Cosa pensa sia necessario per essere un progettista di strumenti musicali?
(Nella foto: Thomas Lubitz e Eddie Veit all’Atelier Yamaha di Amburgo)
Penso che un progettista debba comprendere le cose sia in teoria che nelle emozioni. Essere bravi solo nell’uno o nell’altro è inutile. Una volta ottenuti entrambi, come ho appena ricordato per lo spessore delle pareti, ascoltare un suono ti dà immediatamente un’immagine d’insieme. Vedere e prendere in considerazione solo una parte dello strumento, ti può far capire come il problema si possa riflettere su tutto il corpo dello strumento. E’ come analizzare un’immagine a raggi X di un punto del corpo umano: si, è un’immagine chiara, trasparente ma spesso denota come il problema non sia solo nel punto da noi preso in considerazione ma derivi da tutt'altra parte. A quel punto deve subentrare la decisione: “ok, cambiano di xx mm ma tutto il progetto”.
Voglio assorbire sia la teoria che il feeling, bilanciandoli costantemente senza essere di parte. Credo di doverlo fare. Un progettista dovrebbe essere automaticamente in grado di immaginare il disegno di uno strumento quando ascolta il suono di un esecutore.
E lui o lei dovrebbe essere anche in grado di sapere se uno strumento potrà produrre un buon suono vedendo il suo disegno del progetto. Credo che “uno strumento da perfezionare al meglio, si possa realizzare unendo ciò che si può esprimere solo attraverso il feeling e ciò che si può esprimere solo in teoria.